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P. K. DICK: MA GLI ANDROIDI SOGNANO PECORE ELETTRICHE? (O DELL'INCERTEZZA)



Nel 1966, senza saperlo, Philip K. Dick scrive il romanzo che più di tutti gli altri lo porterà alla fama e alla storia. Ma gli androidi sognano pecore elettriche? è infatti il libro da cui Ridley Scott ha tratto il film Blade Runner, realizzandone un'interpretazione più semplice e definita, ma ugualmente potente. Una fama di cui l'autore purtroppo non godrà in vita, perché muore proprio nel 1982, prima dell'uscita del film.
Nel 1992 immaginato da Dick l'umanità è in gran parte emigrata nelle colonie extra-mondo. Sulla Terra, sconvolta dalle guerre nucleari, oltre ai pochi esseri umani rimangono pochissime specie animali, ormai completamente estinti. Per aiutare la sopravvivenza dei coloni sono stati creati gli androidi, in tutto e per tutto somiglianti a esseri umani, che però sono banditi dalla Terra. Un gruppo di questi, appartenenti a un nuovo modello, i Nexus 6, fugge da una colonia marziana e arriva sulla Terra. Un cacciatori di androidi, Rick Deckard, si mette sulle loro tracce. La vita di Rick è depressa e noiosa, scandita soprattutto dall'ossessione di possedere un animale vivo, una sorta di status-symbol. I Nexus si rifugiano da Isidore, uno "speciale", cioè un essere umano dal basso quoziente intellettivo dovuto al perenne contatto con radiazioni e piogge acide. Lì attendono l'arrivo di Deckard, il quale durante la caccia ai fuggiaschi ha modo di interrogarsi sulla natura dei Nexus e di dubitare della sua stessa realtà di essere umano.
Il primo elemento con cui il lettore entra in contatto all'inizio del libro è il Mercerianesimo, culto nato intorno agli animali, rarissimi e perciò preziosi, ma anche a una sorta di condivisione della sofferenza che si attua tramite una scatola non ben identificata. La religione tradizionale è stata rimpiazzata da qualcosa di più concreto e consumistico: possedere un cane, un gatto, una capra, un cavallo è segno di benessere economico e agio sociale. Per soddisfare la richiesta il mercato ha messo in commercio animali sintetici, simulacri perfettamente identici nell'aspetto agli animali veri. Dall'altra parte però, l'esperienza di sofferenza condivisa tramite la scatola si incentra sulla figura di un martire, nella quale riecheggia una religione dogmatica tradizionale. Il culto riempie una vita buia e monotona, rasentando l'ossessione in molte persone.


All'interno di questo contesto, Deckard ci viene presentato come un uomo depresso intrappolato in un matrimonio fallimentare con una donna malata. Costantemente insoddisfatto, è pronto a tradire la moglie per scuotersi dalla noia e provare un brivido nella diversità, sapendo di non aver più niente da perdere che non sia in qualche modo già compromesso. Insomma, Deckard è il tipico personaggio di questa fase dickiana, qui all'ennesima potenza: ha una vita priva di senso e scopo, che non sia quello di riuscire ad acquistare un animale vivo con i soldi delle taglie. A questo scopo accetta gli incarichi che gli vengono assegnati. 
Ancora più emarginato di Deckard è Isidore, che vive nascosto nel suo rifugio proprio come un animale. L'unica cosa che riempie la sua vita è il Mercerianesimo, che poi si svela essere una truffa senza fondamento, svelando una delle tante macchinazioni all'opera su individui ignari, nutriti di menzogne e costretti ad affrontare sulla loro pelle le conseguenze delle guerre (nucleari in questo caso) per il potere e la supremazia politica. Isidore è il simbolo vivente di un'umanità al collasso. Abbiamo quindi una delle più affascinanti distopie immaginate da Dick: un mondo denaturalizzato e morente, dove gli individui non hanno più nulla da dare, sono biecamente manipolati e lasciati a un destino tremendo.
Dick ci presenta poi il suo intreccio: da un lato i Nexus 6 nascosti tra gli umani, dall'altro Deckard cacciatore di taglie, entrambi pedine il burattinaio, la Rosen Industries. Tutti dubitano di tutti perché nessuno sa chi ha di fronte, persino il singolo individuo mette in dubbio la sua stessa natura. Il significato filosofico di Ma gli androidi sognano pecore elettriche? si incentra sulla relazione soggetto-oggetto. Appena Deckard arriva alle Rosen Industries e sperimenta il test di riconoscimento degli androidi, viene a conoscenza di Rachel, androide consapevole della sua natura artificiale, simulacro della donna fatale, usata dall'azienda per sedurre i cacciatori di taglie dissuadendoli dai loro incarichi. Poco più avanti scopre che uno dei cacciatori di taglie della zona, Resch, è egli stesso un androide che tenta di mettere gli agenti uno contro l'altro. Resch è convinto di essere umano e muore per dimostrare cos'è davvero.
Se finora per Deckard gli androidi sono stati soltanto dei robot da terminare, e lui ha svolto il suo lavoro senza esitazioni, da questo momento la sua sicurezza inizia a vacillare. I Nexus gli sembrano più come poveri animali braccati che non come pericoli reali, così si interroga sulle loro esistenze. A Resch confessa di vivere una crisi esistenziale ed è questi a suggerirgli di sperimentare un rapporto sessuale con un androide per chiarirsi le idee. Anziché terminare Rachel, dopo esserci andato a letto la lascia andare.


Il dubbio su cosa sia vivo o non lo sia, su cosa sia giusto fare nei confronti degli androidi, e l'empatia che Deckard inizia a provare, hanno un corrispettivo negli stessi Nexus 6, oltre che nel personaggio di Isidore. Nel romanzo c'è una costante ambiguità tra le parti in gioco, radicata nei loro sentimenti (in parte anche in Blade Runner è così, almeno nel finale). I Nexus ci vengono presentati meno "malvagi" di quello che ci si aspetta, il simulacro non ha semplicemente il ruolo del "cattivo". Dall'altra parte, Deckard e Isidore non sono proprio dei cavalieri senza macchia e simboleggiano un'umanità sfinita sia fisicamente che moralmente. Isidore si innamora dei Nexus perché, ingenuamente, li ritiene amici (gli unici che abbia mai avuto). Per questa sua ambiguità che non si schiera mai, rimanendo in una zona sfumata, il romanzo è stato spesso inserito tra i secondari della bibliografia dickiana, almeno prima del successo del film.
Una volta che si mette sulle loro tracce, Deckard trova i Nexus fuggitivi molto in fretta (più velocemente rispetto al film). Si scontra con loro e vince, obbedendo fino in fondo ai suoi ordini. Si scontra anche con Isidore, che impazzisce per la loro perdita. Sulla strada di casa, Deckard ritorna alla sua ossessione iniziale: possedere un'animale vivo.
Gli elementi che Philip K. Dick ha introdotto gradualmente nella grande quantità di opere scritte prima di Ma gli androidi sognano pecore elettriche? si ritrovano anche qui: il simulacro, il complotto di potere, l'incertezza di cosa sia reale o falso (La penultima verità, I simulacri) e naturalmente donne fatali e uomini falliti. Il modo in cui Dick li mette insieme rende questo romanzo uno dei suoi risultati più apprezzabili, anche e soprattutto in forza di quella ambiguità tra le forze in gioco che rispecchia drammaticamente la vita reale, dove più che avere risposte vengono innescate costantemente domande, incertezze, dubbi.


 


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