THE END OF THE F***ING WORLD: STAGIONE 1
Due diciassettenni decidono insieme di scappare di casa. James è convinto di essere uno psicopatico e ha pulsioni omicide. Alyssa è una ribelle, lunatica e insoddisfatta della sua vita. Ognuno accetta l'altro perché fuori dagli schemi.
Questa serie britannica si divora in circa due ore e mezzo, come un film (8 episodi da 20 minuti l'uno). Sin dalle prime scene si resta sbalorditi dai due protagonisti adolescenti, lui e lei, che dietro i loro intenti ribelli e persino omicidi portano un bagaglio di traumi famigliari davvero importante. Si finisce con il simpatizzare per loro, perché il principale messaggio della serie (almeno a parer mio) è che sono gli adulti i veri mostri, che volenti o nolenti impediscono ad Alyssa e James di vivere liberi la loro giovinezza, accettandosi per come sono. Mostri generano mostri.
Per il soggetto e lo stile con cui è trattato, in The End of the F***ing World troviamo un pizzico di Thelma & Louise, di Natural Born Killers, del Tarantino prima maniera, dei Cohen, di Lynch e di Wes Anderson (questi ultimi nei momenti più surreali e di umorismo nero). Ma il tratto distintivo e qualitativo della serie è il suo impeccabile sapore britannico, che le dà autenticità perché si contrappone all'immaginario tipicamente USA insito nel soggetto. La stessa Alyssa a un certo punto dice: "se questo fosse un film probabilmente saremmo americani".
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