PHISH: JUNTA (1989) UN ESORDIO DI SINFONIE ROCK
Dopo tanto tempo ho deciso di tornare a scrivere di musica e sarà l'ultima volta che lo farò qui su BeatBlog. Da anni sto dando forma (e finalmente ce l'ho fatta) a un approfondimento in più puntate su una band che in Italia non si conosce per niente: i Phish, da 30 anni forse il nome più influente (oltreoceano) tra le jam band, ovvero quei gruppi che si divertono a fondere generi e improvvisare dal vivo. (Più famosa dalle nostre parti è la Dave Matthews Band, sempre sui generis; i Phish sono leggermente antecedenti).
Partiamo dall'album che ne ha segnato l'esordio discografico: Junta. Nei prossimi articoli parlerò degli anni e degli album successivi.
Si può dire che l'esordio dei Phish sia un album di sinfonie eseguite da un gruppo rock. Lunghe suite piene di jam, una liricità di fondo come in nessun altro dei loro album successivi o nei lavori di altri gruppi jam o progressive. Registrato in modo indipendente nel 1988 in uno studio di Revere, Massachussets, viene poi distribuito nella primavera del 1989. Ma è l'Elektra Records a rilanciarlo nel 1992, mettendo sotto contratto i Phish (questa edizione guadagna poi la certificazione Gold con oltre 500.000 copie vendute). La prima edizione frutta comunque ai Phish una prima menzione sulla carta stampa (la rivista Relix dell'ottobre 1989), sebbene la band sia ancora troppo “piccola” e poco famosa. Questa sarà una costante anche nel futuro della band: il mondo della musica mainstream, nel bene e nel male, li eviterà sempre... e loro si faranno evitare.
Junta raccoglie le creazioni più significative del periodo 1984-88. Nell'artwork di copertina sono rappresentate alcune situazioni e alcuni personaggi delle canzoni. Prima di Junta, sotto la guida di Trey Anastasio, i Phish avevano inciso un'audiocassetta demo, The White Tape (1986), che distribuivano per ottenere gli ingaggi dal vivo, e un concept-album che servì ad Anastasio per la tesi del college, The Man Who Stepped Into Yesterday (1987, conosciuto anche come Gamehendge). In queste incisioni i Phish dimostravano un catalogo già ampio di canzoni, la maggior parte delle quali hanno continuato a evolversi insieme alla band e tutt'oggi appaiono dal vivo (pur senza appartenere ad alcun album studio). In queste prime prove si può anche sentire la prima bozza o l'introduzione di alcuni capolavori presenti in Junta, come “You Enjoy Myself” e “The Divided Sky”.
Anastasio ha spesso citato Junta come il suo album preferito, assemblato con cura e passione e senza grandi aspettative, ma soprattutto ricco di creatività. In effetti la stragrande maggioranza delle canzoni dell'album è una pietra miliare nel repertorio della band e, nei concerti di tutta la carriera fino a oggi, veicolo di lunghe jam. In questo primo periodo, Anastasio non fa ancora coppia fissa con Tom Marshall nel comporre le canzoni: rispetto alla musica grandiosa e ambiziosa, i testi sono spesso bizzarri, surreali, talvolta incentrati sull'umorismo, sebbene ogni tanto vi sia qualche strofa di maggior profondità e significato. Questa tendenza andrà scomparendo verso la fine degli anni 90, quando la comicità sparirà, i testi diventeranno più intimi e le jam più lunghe e con maggior presenza di toni minori.
“Ciò che ha reso unici i Phish,” spiega Anastasio, “è che all'inizio la musica veniva composta. […] Lunghe, composte fughe atonali. Riuscivamo a suonare questi brani complicati e poi improvvisare. […] Se suoniamo una fuga a quattro parti, con un piano che suona le linee più interne, io che suono la melodia e Mike che suona la linea di basso, dove tutto si intreccia, poi possiamo improvvisare e quando improvvisiamo cambiamo la chiave e ci muoviamo tutti insieme come un serpente.”
“Fee” è un'apertura che già dice molte cose sui Phish prima maniera, sulla loro capacità musicale, la loro allegria di fondo sorretta dal predominare delle tonalità in maggiore, i loro testi non-sense concepiti per essere al servizio degli strumenti. Il debutto del brano risale al 1987. “You Enjoy Myself” viene scritta nell'estate 1985 e debutta nei concerti a inizio 1986 (siamo ancora nello stadio embrionale dei Phish). Diventa presto uno degli inni della band perché ne esprime l'essenza musicalmente intricatissima e testualmente non-sense. Anastasio stesso la reputa la canzone per eccellenza. Pur essendo già una composizione che assembla tante parti diverse, dal vivo è andata evolvendosi e via via allungandosi con delle jam poste alla fine; basta sentirla nel capolavoro Live One.
“Esther” musicalmente è dolce e ariosa, evoca (almeno nell'incipit) un jingle circense, ma parla di una ragazza che affoga in un lago, vittima di un maleficio. La delicatezza dell'esecuzione, che lascia molto spazio anche al pianoforte, è talmente intoccabile da scoraggiare la band a proporre spesso “Esther” in concerto. I Phish distribuirono un video animato al computer per questa canzone, che peraltro si lega al ciclo narrativo di Gamehendge (musicalmente si notano alcuni riff ricorrenti). Il debutto dal vivo risale al 1988, lo stesso anno di Junta. “Golgi Apparatus”, composta nella sua prima versione sui banchi di scuola da un Trey annoiato, fa il suo debutto nel 1986, e da lì in poi diventa una tipica apertura/chiusura dei set dal vivo.
“Foam”, risalente al 1988, è di nuovo un'espressione della sublime e variegata stratificazione musicale della band. Anche qui il piano acustico e pulito di McConnell ha un grande spazio e il risultato ha un tocco di psichedelia oscura. “Dinner and a Movie” ha invece una natura da scherzetto: debutta nel 1987 ma con l'evoluzione musicale della band è andata via via scomparendo nelle esecuzioni dal vivo. Con “The Divided Sky” abbiamo un altro masterpiece dal punto di vista melodico, almeno nella schiera delle composizioni del primo periodo (appare per la prima volta nel 1987 e si lega indirettamente al ciclo di Gamehendge). Pur aprendosi alle evoluzioni di ciascun musicista, la sua struttura mantiene la canzone sempre salda e delineata. È tra i più intricati: secondo lo stesso Mike Gordon ha l'influenza di Pat Metheny ed è costruito sulla base della struttura “tensione-rilassamento” diventata poi tipica delle loro jam.
Un'altra eccellente prova di improvvisazione e assoli è “David Bowie”, canzone che risale al 1986. In Junta, in realtà, il brano è conciso e ben delineato, laddove dal vivo viene esplorato nelle più disparate direzioni arrivando a durare anche 30 minuti. La successiva “Fluffhead” possiede gli elementi chiave dei Phish: testo surreale, cambi bizzarri, stratificazione strumentale e jam conclusiva. Composta all'inizio degli anni 80 da un Anastasio ancora alle prime armi, debutta nel 1984 per poi evolversi nel corso del decennio parallelamente alla crescita della band. È il pezzo più vecchio dell'album. Il successivo “Fluff's Travel” prosegue dove l'altro terminava ed è una vera e propria rarità; debutta in concerto alla fine del 1989. “Contact”, risalente al 1988 e collegata indirettamente al ciclo di Gamehendge, chiude la tracklist originale di Junta. Sembra un momento di saluto, tanto sul disco quanto dal vivo, anche per via del timbro un po' swing.
Le canzoni restanti sono bonus track della versione cd. “Union Federal” è un'improvvisazione strumentale di 25 minuti derivata da un “rituale” che i Phish sono soliti fare nel primo periodo: chiudersi in una stanza a jammare per otto ore, portando al limite le capacità tecniche, coadiuvando la musica con la marijuana e con tazze di cioccolato e vaniglia. Come risultato, spesso la band ricava dei riff che poi svilupperà in canzoni complete. Queste iniziali “cerimonie”, chiamate Oh Kee Pa Ceremonies (dal nome di un rituale indiano), negli anni successivi “devolvono” in semplici sedute di esercizio. In particolare “Union Federal” è tratta da una Ceremony dell'agosto 1989 (successiva quindi alla prima uscita dell'album). “Sanity” e “Icculus” (quest'ultimo è un pezzo parlato) sono straripanti di follia, risalenti al 1986, qui proposti in una versione live registrata nel 1988.
Come dicevo all'inizio, i Phish giungono al loro primo vero album con un bagaglio di canzoni alquanto variegato e numeroso (tanto da meritare un capitolo a parte che cercherò di scrivere prossimamente, focalizzato sull'album live Colorado 1988, il documento più importante della fase pre-discografica dei Phish). Tra le canzoni che potevano far parte di Junta e che venivano più o meno regolarmente suonate nei concerti dell'epoca (ma anche di oggi), possiamo citare le seguenti: “Wilson”, “Harpua”, “The Curtain”, “Weekapaug Groove”, “The Lizards”, “Makisupa Policeman”, “McGrupp and the Watchful Hosemaster”, “Halley's Comet”, “Suzy Greenberg”, “Tela”, “Mike's Song”, “No Dogs Allowed”, “Fly Famous Mockingbird”. Tutte queste tracce sono recuperabili in versioni dal vivo di epoca successiva, nei molteplici album live pubblicati dalla band.
Fonti:
Phish – The Biography di Parke Puterbaugh
www.phish.net
en.wikipedia
en.wikipedia
altre fonti web varie
Commenti
Posta un commento