LUKHA B. KREMO: PULPHAGUS® FANGO DEI CIELI
Dopo aver lasciato Pulphagus®, un planetoide-discarica dove la Terra smaltisce i suoi rifiuti, Shevek ha perso le tracce della sua ragazza Mirea, che però non hai mai smesso di amare. Ottiene il permesso dal signore per cui lavora, Raskal, per tornare su Pulphagus® a cercarla e portarla sulla Terra. Nei sette anni di assenza di Shevek, su Pulphagus® le cose sono cambiate: dilagano droghe allucinogene e una pericolosa malattia causata da spore trasforma gli uomini in bestie feroci. La Terra, nonostante per gli abitanti del planetoide sia il sogno di una vita migliore, in realtà non è messa granché meglio. Ogni aspetto della vita è super-controllato, persino il linguaggio, e l'uso di certe categorie di parole viene tassato. Shevek è disposto a tutto per rintracciare Mirea, e cerca con ogni mezzo di sottrarla alla schiavitù in cui vive.
Lukha B. Kremo, scrittore attivo da molti anni nel panorama fantascientifico italiano e fondatore di Kipple Officina Libraria, vince nel 2017 il premio Urania Mondadori con il romanzo Pulphagus® Fango dei cieli, che poi ha fatto incetta anche di altri premi, come il prestigioso premio Cassiopea. Per chi in precedenza ha letto uno dei suoi lavori più sperimentali e complessi, Gli occhi dell'anti-Dio, è davvero grande il salto compiuto fino a questo suo ultimo lavoro, perché nel suo essere avanguardistico, Pulphagus® non disdegna di (anzi, ambisce a) essere un Romanzo con la R maiuscola, di quelli da cui il lettore esce con la soddisfazione di aver letto una bella storia. Con tutte le idee e le speculazioni del caso, sì, okay... ma una bella storia. Per capirci, quel genere di sensazione che resta dopo aver finito un romanzo di Stephen King.
Credo che questa sia una linea sottile e difficile da valicare, e qui Kremo ci è riuscito definitivamente, scrivendo prima di tutto una storia di amore e riscatto con qualche risvolto persino da romanzo formativo. Qualità che risalta ancora di più se la si pone nel contesto sci-fi alla base della sua visione.
Il substrato fondamentale, infatti, è costituito da idee brillanti. La numero uno, immediatamente percepibile dal lettore sin dal titolo con quella ® a dir poco disarmante, è la tassazione sull'uso delle parole. La società distopica che Kremo immagina per la Terra di uno o due secoli nel futuro non viene descritta in lungo e in largo con la pretesa di creare uno scenario orwelliano, il quale probabilmente avrebbe finito per distogliere l'attenzione dal cuore della vicenda. Kremo utilizza alcuni elementi strategici, tra cui appunto l'idea delle parole registrate (che ha un riscontro tangibile nella lettura, perché tutto il libro è costellato di queste piccole, irritanti sigle: ® © ™ e il fin troppo reale #) per farci capire fino a che punto è giunto il controllo delle azioni umane in una società repressiva. Alcune categorie di parole (nomi propri, privati, pubblici, termini specifici, di settore, ecc) generano tasse ogni volta che la vostra lingua le pronuncia. Che esagerazione! direte voi, come ho detto io a un primo sguardo. Invece è proprio la nostra certezza che un tale controllo sia (e sarà sempre) impossibile a rendere la possibilità avanzata da Kremo estremamente efficace, potente e simbolica, pagina dopo pagina. E vi farà imbestialire, come dovrebbe far imbestialire i poveri terrestri su cui pendono queste folli leggi.
Poi c'è Pulphagus®, il planetoide che la tecnologia terrestre è riuscita a "catturare" e organizzare come discarica planetaria. Svolge un ruolo importante anche il problema ecologico di cui il romanzo si fa promemoria, quello della sovrapproduzione di rifiuti e della difficoltà di smaltimento, delle contaminazioni e dei rischi per la vita umana, degli interessi illeciti che questo "mercato" genera. Una colonia, quella su Pulphagus®, che in parte è anche una discarica umana, perché non sono certo i ricchi figli di papà a lavorare lassù respirando esalazioni, a vivere in condizioni analoghe a quelle nelle favelas, con gang, schiavismo, smercio illegale... Insomma Pulphagus® è un nuovo giochino in mano al potere, con cui gli esseri umani dimostrano ancora una volta il lato peggiore di se stessi. In questo scenario malsano moralmente e fisicamente, che fa da monito alle pessime abitudini che abbiamo preso nell'ultimo secolo, l'amore tra Mirea e Shevek splende come un sole portatore di promesse di rinascita e speranza.
Pulphagus® riuscirà nell'intento di farsi piacere anche da parte di un lettore casuale che apprezza la letteratura speculativa ma che solitamente rifugge l'etichetta "fantascienza"... E ci riuscirà perché dimostra che questa differenza non esiste.
Il volume di Urania racchiude anche due racconti. Inoltre, nello stesso scenario del romanzo Kremo ha ambientato anche L'inferno dei cieli, un serial costituito da vari episodi pubblicato quest'anno da Delos Digital.
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