100 ANNI DI WILLIAM BURROUGHS - pt.1: GLI ESORDI E PASTO NUDO
Quest'anno ricorre il centenario dalla
nascita di William S. Burroughs, scrittore e folle sperimentatore
caposaldo della Beat Generation, nato il 5 febbraio 1914 e morto il 2
agosto 1997. Il minimo che si possa fare è ripercorrere la sua vita
letteraria dando uno scorcio, seppur umile e riduttivo, del suo
strano modo di essere genio.
Anzitutto va detto chi è: un tossico
omosessuale pecora nera di una buona famiglia, come amava
descriversi. Autore post-modernista di opere semi-autobiografiche
legate alle sue esperienze con molte droghe e con il sesso, Burroughs
è stato uno dei più influenti autori della letteratura (o
contro-letteratura) americana trascendendo il confine letterario e
sperimentando, e influenzando, molte altre arti, dalla pittura alla
musica, a tutt'oggi.
La sua vita letteraria inizia nel 1943,
momento nel quale Burroughs vive a New York, inizia a farsi di
eroina, e fa amicizia con Allen Ginsberg e Jack Kerouac, con cui
inizia una relazione artistica senza eguali che darà vita alla Beat
Generation. Con Ginsberg inizia anche una relazione amorosa.
Nonostante la dichiarata omosessualità, si sposa con Joan Vollmer,
con cui condivide la passione per la droga.
È qui che inizia anche il suo percorso
letterario. La scimmia sulla schiena non è esattamente il
primo libro di Burroughs, che ha già scritto diversi anni prima
insieme a Kerouac un testo dal titolo E gli ippopotami furono
lessati nelle loro vasche, rimasto inedito fino a pochi anni fa.
Ma La scimmia sulla schiena può essere considerato il punto
di partenza più rappresentativo e con fondamentali conseguenze per
la vita dell'autore. Racconta della discesa di Burroughs nella
tossicodipendenza, a metà anni 40, e la sperimentazione di eroina e
morfina. Lo stile asciutto e scientifico è quasi quello di
un'osservazione medica, psicologica e antropologica; accanto agli
effetti della droga vengono raccontate le vicende criminose di Lee
per procurarsela e scappare dalla legge. Descrizioni visionarie e
confessioni personali ne fanno un testo precursore di tutto ciò che
verrà dopo.
È Ginsberg, impressionato dalle doti
letterarie di Burroughs, a insistere perché lo scriva e, in seguito,
a fargli da editor. Nel 1950 Jack Kerouac ha pubblicato La città
e la metropoli e da quel momento gli autori della Beat Generation
hanno possibilità concrete di essere pubblicati. Nel libro Burroughs
e Ginsberg includono delle parti tratte da un altro libro che
Burroughs sta scrivendo nello stesso periodo, Checca. La
lavorazione è travagliata, in realtà con scarso entusiasmo da parte
dell'autore, ma appena Ginsberg trova un editore interessato (la Ace
Books, che pubblica fumetti e tascabili noir e gialli da pochi
centesimi, con scarsa diffusione editoriale) Burroughs completa il
manoscritto. Il libro esce nel 1953 con lo pseudonimo di William Lee
e in seguito viene più volte ristampato, dopo che l'autore guadagna
fama con i libri successivi, e nel 1977 esce il testo originale (che
reintegra parti incentrate sull'omosessualità inizialmente
censurate).
Nello stesso periodo, tra il 1951 e il
53, Burroughs scrive anche Checca (in altre edizioni italiane
Diverso), che in parte prosegue il racconto biografico della
ricerca di droghe, in questo caso dello Yage. Qui si racconta anche
la relazione con un ragazzo, e per questo il romanzo resta inedito
fino al 1985. La terza persona in cui è scritto il libro, secondo
Burroughs, rappresenta il suo "io" nei momenti lucidi,
fuori dalla droga. Il contesto in cui il libro viene scritto, in
realtà, è piuttosto traumatico per Burroughs: sua moglie Joan è
appena morta per un colpo di pistola partito accidentalmente e lui è
in attesa di processo. Il risultato, comunque, è un breve romanzo,
semplice e piacevole, che continua in tono più narrativo il discorso iniziato dal suo predecessore.
Gli anni successivi Burroughs li
trascorre tra problemi legali, genitori opprimenti e il suo stile di
vita estremo, spostandosi tra New York, la Florida e soprattutto
Tangeri. Dalla sua esperienza a Tangeri nascono testi completamente
diversi rispetto al passato. Nel 1959 esce il libro che rivoluziona
la contro-letteratura americana e innalza il nome di William
Burroughs: Pasto nudo. La struttura non è quella di un
romanzo ma di scene più o meno collegate a formare un mosaico,
leggibili anche in ordine sparso. William Lee, protagonista e
alter-ego di Burroughs, è un tossico omosessuale che si sposta in
vari ambienti reali (Tangeri) e non reali (Interzona). Gli episodi
sono i "trip" dell'autore in vari luoghi e sotto ogni
genere di droga, di cui scrive tra il 1953 e il 58, come stendendo
"rapporti" (routines) delle sue giornate che poi vengono messi insieme
con l'aiuto di Ginsberg e Kerouac (il quale, com'è noto, coniò il titolo Naked
Lunch). Diversi estratti appaiono prima su riviste, e non mancano
i problemi di censura a causa dell'oscenità di linguaggio e
contenuto.
In questo libro iniziano a farsi strada
i concetti che poi Burroughs sviluppa nei libri successivi, legati al
sistema politico e sociale americano, e più in generale alla civiltà
umana moderna, gli strumenti di controllo del pensiero, le
contraddizioni dell'etica, il desiderio dell'uomo di sondare i suoi
limiti psicofisici, la sessualità e la ricerca del piacere estremo,
e molto altro. Ad esempio, in alcuni passaggi di Pasto nudo
Burroughs si schiera palesemente contro la pena capitale. Ma a
essere sorprendente è lo stile, la tecnica del cut-up, ovvero
la disposizione a mosaico, persino casuale, di parti di testo. Non è
ancora all'apice qui, e Pasto nudo risulta più leggibile dei
successivi libri della cosiddetta Trilogia Nova; per quanto
delirante, la forza e la narrativa visionaria di certi passaggi lo
rendono un caposaldo della letteratura americana.
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