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PHILIP J. FARMER (pt.5): I SIGNORI DEGLI UNIVERSI

Quella dei Fabbricanti di universi è una delle più celebri saghe di Philip Josè Farmer. Del primo libro, Il fabbricante di universi ho già parlato in occasione della lettura della sua recente ristampa in Urania Collezione. In seguito ho letto il resto della saga (fuori catalogo) recuperabile fino al quarto romanzo nel volume unico della storica collana Cosmo Oro.



I cancelli dell'universo (1966) prosegue le avventure di Wolff, il protagonista di Il fabbricante di universi. Il sapore avventuroso di questa saga, che rappresenta uno degli stili di Farmer, è ben rappresentato da questo secondo episodio che, rispetto al precedente, si uniforma un po' più al genere "fantascienza d'avventura". Detto ciò, c'è qualcosa di classico, persino di shakesperiano, al cuore del romanzo. I Fabbricanti, fratelli perennemente litigiosi e insoddisfatti, nonostante tutti gli universi tascabili con cui gozzovigliano, si trovano a dover sottostare a un crudele gioco messo in piedi da loro padre. Wolff è l'unico dotato di senno in grado di guidarli tra le insidie fino alla risoluzione conclusiva, nella quale le premesse iniziali vengono ribaltate (un tocco decisamente farmeriano ma anche, appunto, classico).
La brevità del libro lo rende piacevole; non mancano i tratti tipici del suo autore e tante idee scenografiche. Complessivamente è un libro discreto, piacevole anche se non essenziale, proprio perché si limita più del predecessore al genere avventura.
Pagella: idee alla base **½ , sviluppo ** , consigliato **½

Un universo tutto per noi (1968), terzo libro della saga, è incentrato sulla figura di Kickaha, un “eroe” un po' alla Han Solo. Mentre Wolff è impegnato negli eventi raccontati nel secondo libro, i regni dei Fabbricanti sono messi a repentaglio da un'antica minaccia nata dalla loro bramosia di novità e potere: una sorta di “replicanti” in grado di scambiare menti e corpi.
La capacità dell'autore di rinnovare i propri spunti all'interno di una stessa saga (scrivendo storie tanto autoconclusive quanto legate l'una all'altra) è ammirevole. Il romanzo è nuovamente un susseguirsi di azione, cosa che non è da considerarsi un difetto se si parla di Philip Farmer. L'autore infatti aggiunge nuovi tasselli al mosaico, introduce novità, apre nuove possibilità, suscitando continuamente l'interesse. In questo senso, il libro è anche migliore del precedente, ed è impossibile a questo punto resistere alla lettura del quarto (complice anche il finale aperto di questo episodio).
Pagella: idee alla base *** , sviluppo **½ , consigliato **½

In Le muraglie della Terra (1970) l'azione si sposta sul nostro pianeta, nel pieno della rivoluzione hippie di Los Angeles. Anche la Terra è infatti parte dei mondi creati a uso e consumo dai Fabbricanti. A caccia dell'ultimo “replicante”, Kickaha si imbatte nei due Signori che si contendono la Terra. Ancora una volta lo scenario cambia. Questa volta, limitando un po' le trovate fantasiose, Farmer ci fa immedesimare molto di più nel personaggio, toccando con maggior realismo la sua storia. Con la messa in gioco della Terra e del nostro universo, le cose si fanno ancora più interessanti. Nuove idee originali e nuovi spunti di riflessione rendono il quarto romanzo superiore ai precedenti (fatto salvo il primo, imbattibile).
Peccato solo che Wolff, il protagonista all'inizio della saga, non vi prenda parte (è ostaggio dei Signori) e che la storia, di fatto, non finisca, aprendosi su un altro mondo e su tutta un'altra avventura, che prosegue nel quinto volume.
Pagella: idee alla base *** , sviluppo *** , consigliato ***

Il mondo di Lavalite (1977) è l'ultimo libro della saga originale dei Fabbricanti (ne sono seguiti altri due negli anni '90). I protagonisti dell'episodio precedente ora si trovano su un nuovo mondo dove la geografia cambia in fretta, e mentre cercano il palazzo del Signore per tornare definitivamente a casa, tentano di ingraziarsi le tribù indigene. Pessima conclusione della saga: questo romanzo non contiene nessuna idea e nessuno stimolo interessanti, solo banale azione.
Pagella: idee alla base **, sviluppo *, consigliato *½

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