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Il mio 2023 in 3 libri - 2. Lucifero e la bambina (Ethel Mannin)



Gli anni 30 vengono talvolta definiti "il decennio del Diavolo": sono gli anni della Grande Depressione all'ascesa dei totalitarismi europei. È qui che Ethel Mannin ambienta Lucifero e la bambina, pubblicato nel 1945 ma arrivato nel nostro Paese a distanza di oltre settant'anni, nel 2021, grazie ad Alcatraz Edizioni.
È la storia di Jenny Flower, discendente di quelle streghe che finivano al rogo, nata a Londra il giorno di Halloween del 1924 a seguito del fugace incontro tra sua madre Nell e un marinaio. Jenny è stata "adottata" dagli zii, che si fingono i suoi genitori. A sette anni, durante una gita scolastica in campagna, incontra nei boschi uno strano uomo che si presenta con delle corna sulla testa. Potrebbe essere la personificazione del diavolo, o magari no, ma continuerà a incontrare Jenny negli anni a seguire, plasmando la sua immaginazione e affascinandola con la stregoneria.
Il romanzo, piuttosto corposo (450 pagine circa), scorre che è un piacere, tutt'altro che vecchio nello stile e nel ritmo. La storia sembra partire da premesse semplici, ma nel suo mescolare realismo e sovrannaturale si presta a molteplici chiavi di lettura. La cosa migliore che posso fare è suggerirvele, e suggerirvi di individuarle mentre leggete.
Potete leggerlo come un romanzo horror sull'opera di tentazione del diavolo nei confronti di una bambina. O come la storia di uno stalker e forse di un pedofilo, sebbene la Mannin non renda mai niente esplicito. Potete leggerlo come un romanzo di crescita e formazione. O come un romanzo politico, perché parla di femminismo (o meglio, della condizione della donna) e di socialismo (o meglio, della lotta di classe). O anche, seguendo la tradizione dickensiana, come un romanzo che intenda evidenziare le condizioni di vita nell'Inghilterra popolare d'inizio Novecento, con tutti i suoi annessi e connessi: l'infanzia difficile, la famiglia turbolenta, il cattolicesimo puritano, il rapporto tra uomo e natura.


Lucifero e la bambina 
riesce a essere tutto questo grazie alla narrazione sottile e abile della Mannin: sono molte di più le cose che non dice rispetto a quelle che dice. E al resto penserà la vostra interpretazione. Questa ragione da sola è sufficiente per apprezzare la lettura e consigliarla a vostra volta (come è stato per me).
Al di là di alcuni momenti "didascalici" connaturati all'epoca in cui è stato concepito, ma che nell'insieme non pesano, Lucifero e la bambina è un romanzo tutt'altro che datato: è moderno e brillante sia per quello che dice, sia per come lo dice. Merito senz'altro del progressismo dell'autrice, ma anche dell'ottima traduzione italiana con cui arriva finalmente a noi.



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