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ALTERED CARBON: STAGIONE 1



Nel mondo del 2384 l'identità umana può essere "salvata" all'interno di pile digitali e, alla morte fisica, impiantata in un altro corpo. Questo permette ai più ricchi di avere accesso a "custodie" sempre nuove e vivere una vita pressoché eterna. I criminali e i meno abbienti, naturalmente, non hanno questi privilegi. In questo contesto, la storia di Altered Carbon prende il via con la morte di Takeshi Kovacs, una sorta di mercenario, che viene immagazzinato e risvegliato 250 anni dopo all'interno del corpo di un ex agente di polizia di Bay City. Perché? Per essere messo al servizio di Bancroft, un aristocratico appena ucciso in circostanze misteriose, salvo grazie alla pila, che ora intende fare luce sul proprio omicidio.
Prima di approcciare la serie avevo già letto il libro originale da cui è tratta, primo della cosiddetta trilogia di Bay City. Rispetto al romanzo di Richard K. Morgan, la serie si prende qualche libertà, pur mantenendo le atmosfere noir che caratterizzano il testo. Si capisce sin dal primo episodio, tuttavia, che le scelte operate dalla serie sono esageratamente commerciali, a partire dagli attori protagonisti, troppo bellocci e inclini allo stereotipo, fino alle facili allusioni sessuali palesemente finalizzate all'audience.
Anche il romanzo non mi aveva convinto del tutto, più che altro per la predominanza dell'aspetto giallo/noir della storia rispetto ai contenuti fantascientifici e filosofici, di stampo transumanistico (uno dei confini più interessanti della scifi), molto potenti nelle intuizioni ma poco valorizzati. Se volete saperne di più sul romanzo, trovate qui il mio vecchio post.
La serie tv di Altered Carbon non solo ha lo stesso problema, ma lo aggrava. Le considerazioni di tipo etico e filosofico sulla vita e sulla morte sono all'acqua di rose, e gli elementi futuristici e cupi sono trattati in modo a dir poco manieristico. Il risultato è una serie che vuole uniformarsi ai facili canoni modaioli televisivi, quindi per molti versi banale. Qualcosa di gustoso per gli occhi con cui passare il tempo, concepito per piacere a un pubblico generalista, di giovane età, senza il minimo senso critico, che probabilmente non ha mai visto neanche Blade Runner. Un vero peccato, le potenzialità c'erano.


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Commenti

  1. Mi dispiace devo essere volgare: una cagata pazzesca l'ho mollato ovviamente, puerile scontato forzatamente e i utilmente volgare.
    Il protagonista...meglio faccia altro

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