STEPHEN KING, IL SIGNORE DELLE "TORRI"
Il mio saggio Il Signore delle "Torri" è finalmente disponibile nel libro Stephen King: l'altra metà oscura, a cura di Lorenzo Ricciardi, pubblicato per Weird Books. Il saggio, unico in italiano, esamina La Torre Nera, l'opera più lunga e complessa di King, scendendo in profondità in tutti i suoi aspetti - la genesi, l'ispirazione, lo stile, le connessioni con il resto dell'universo kinghiano - e comparando il vasto apparato critico americano (in particolare i saggi di Magistrale e Strengell).
Il volume raccoglie un'ampia bibliografia recensita, articoli di approfondimento e interviste a celebrità a contatto con King: dai registi Frank Darabont e Mick Garris, agli scrittori Joe Lansdale e Bev Vincent, allo storico traduttore italiano Tullio Dobner, all'assistente personale di King, Marsha DeFilippo, e molti altri.
E' stato un onore per me poter partecipare a questo progetto su richiesta dell'autore/curatore/scrittore Lorenzo Ricciardi, che ringrazio.
Anticipo qui di seguito un estratto del saggio.
Sin dall'apertura del primo libro, King getta il lettore in uno scenario ibrido che si rifà, da un lato, al Vecchio West americano, e dall'altro al Medioevo. Poi gli svela progressivamente una realtà post-apocalittica dominata da reliquie tecnologiche. Molti dei critici che si sono occupati di King hanno analizzato la saga attraverso le sue multiple derivazioni, la sua miriade di aspetti, che la rendono incatalogabile se non nel “genere King” che, in fondo, è l'unico che conta davvero.
[...] King scrive: «Se c'è un opus magnum nella mia vita, è probabilmente la serie di sette volumi su Roland Deschain di Gilead». Ed è vero, non solo perché la scrittura della saga, dal principio alla fine, si è protratta per tutta la carriera e, anzi, sin da prima degli esordi letterari (1970-2004, ovvero 34 anni, se escludiamo la recente aggiunta dell'ottavo libro), ma soprattutto per il modo in cui la saga è profondamente connessa con tutto ciò che King ha scritto, e persino con l'uomo che sta dietro lo scrittore. Per spiegarlo si potrebbe iniziare da una proporzione: la Torre (quella della storia) sta ai mondi/universi di cui è il fulcro come la Torre (la saga) sta a tutte le altre storie di King. Ovvero è il fulcro attorno al quale ruota tutto il resto, più strettamente o più alla lontana. Si potrebbe anche dire che la Torre sta King come gli universi/libri alla sua carriera.
Il multi-universo che si crea, dove tutto è possibile e giustificato secondo precise regole interne, diventa vera e propria metaletteratura: ovvero finzione che utilizza in modo esplicito e consapevole i meccanismi dietro alla finzione. L'esempio più semplice è lo scrittore che trasforma se stesso in un personaggio. Ed è esattamente ciò che arriva a fare King quando, nel sesto libro, Roland va a far visita a un giovanissimo scrittore alcolizzato di nome Stephen King, che gli racconta quanto è migliorata la sua vita dal momento in cui ha smesso di pensare al pistolero e alla sua storia.
Se a un primo esame viene spontaneo inserire La Torre Nera tra quei fantasy basati sul concetto di multi-universo, cioè piani di realtà più o meno magici (come per esempio Le Cronache di Ambra di Roger Zelazny), a un esame più attento e conoscendo l'opera completa di King, ci si rende conto che è alquanto riduttivo. King è “andato oltre” (proprio come Roland spesso afferma nei riguardi del suo mondo) facendo della Torre il perno al quale far congiungere fili tessuti nell'arco di una carriera, storie e personaggi di ogni genere, creando in definitiva una vera e propria mitologia (al pari di J.R.R. Tolkien e H.P. Lovecraft, ma con risultati di portata maggiore e certamente superiori a Lovecraft). Una mitologia coerente nella quale non c'è limite alle possibilità di ulteriori esplorazioni.
[...] La saga della Torre Nera è stata esaminata con attenzione dai critici che si sono occupati dell'opera di Stephen King, in quanto si tratta – e ciò emerge già all'inizio della lettura – di un raro esempio di fusione tra vari “generi”. Le virgolette sono d'obbligo, in quanto più che di genere bisogna parlare di tradizioni letterarie; la Torre trae ispirazione dalla mitologia, dalla favola, dal gotico, dal western americano, e poi dai generi del fantasy e della fantascienza, che sono però essi stessi un derivato di tradizioni precedenti.
Capitoli di Il Signore delle "Torri"
- King è la Torre
- Una saga epica e fiabesca
- Una saga western
- Una saga gotica
- Una saga biblica
- Una saga fantasy e sci-fi
- Il quinto elemento: lui, il Re
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