KEROUAC: IL MARE È MIO FRATELLO
Jack Kerouac scrive questo romanzo incompiuto nel 1942 dopo l'esperienza nella Marina Mercantile americana, scelta abbracciata in seguito all'abbandono della Columbia University di New York. È già uno scrittore sebbene non abbia ancora pubblicato niente: riempie taccuini e diari, come dimostrano le ormai numerose pubblicazioni del periodo giovanile, e fa diversi tentativi per racconti e romanzi. In Il mare è mio fratello mette in scena se stesso in due personaggi, Wesley ed Everhart, che rappresentano la sua ambivalenza (elemento presente in modo costante lungo tutta la sua carriera) tra il senso di appartenenza al proletariato e alla borghesia, tra il pensiero artistico libertino e quello rigido della religione cattolica (retaggio della famiglia e in modo particolare della madre).
La storia – semplici momenti di vita di due nuovi amici pronti a salpare su un mercantile – è infarcita di dialoghi a sfondo politico e intellettuale: Jack fa scontrare idee comuniste e capitaliste, arte e politica. Proprio come la vita del Kerouac ventenne, prima della generazione Beat, circondato da amici e conoscenti di ogni estrazione e rango: una boa in un oceano caotico di stimoli, dove l'unica terraferma è la sua devozione per la scrittura.
Fonte di ispirazione per il romanzo è anche l'amico d'infanzia Sebastian Sampas, con il quale nei primi anni 40 Jack tiene una fervida corrispondenza. Nel 1940 Jack si è appena allontanato da Lowell, la sua cittadina natia, per frequentare la Columbia University a New York, nella quale riesce a immatricolarsi grazie a meriti atletici. Ma il suo vero interesse sta nella letteratura: Saroyan, Hemingway e Wolfe sono autori che cita costantemente nelle opere giovanili, e che Jack legge notte e giorno anziché studiare. Ecco perché nel 1942 si imbarca nella Marina e tiene il diario del suo primo viaggio. Rimesso piede sulla terraferma alla fine di quell'anno, Jack rielabora il materiale e ne ricava The Sea Is My Brother. Come viene spiegato nell'introduzione, nel diario originale appaiono gli studi sui personaggi, basati sui suoi reali compagni d'avventura. Pur romanzato, Il mare è mio fratello – come tutte le altre opere di Kerouac – è di fatto l'istantanea di un momento realmente vissuto.
Quando ritorna a New York, Jack inizia a frequentare il Greenwich Village dove conosce e contribuisce a dare forma alla scena (poi definita) Beat. Non va dimenticato che Il mare è mio fratello si colloca uno-due anni prima di E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche e Orfeo emerso, opere sì giovanili ma già intrise dell'atmosfera del Village. Il valore tangibile di Il mare è mio fratello, in effetti, è la voglia di trasformare i discorsi e le lettere degli amici in materia letteraria, è la passione per il verbo scritto: attorno a esso tutto il resto (il lavoro, lo stile di vita, la società in toto) può ruotare vorticosamente perché si trasformerà comunque, prima o poi, nella poesia del mondo. Jack ne ha la consapevolezza, è un'antenna pronta a captarla. Tolto questo sentimento di autenticità, per altri versi il romanzo è ingenuo e inconcludente (anche perché il dattiloscritto non è mai stato completato).
Curiosamente Il mare è mio fratello occupa meno di metà del volume edito da Mondadori: le parti 2 e 3 sono una raccolta di testi inediti del periodo. Vi troviamo alcuni racconti, un atto teatrale, un diario e molte lettere. In realtà, la terza parte si costituisce quasi totalmente della corrispondenza che Sebastian Sampas inviava a Kerouac (poche invece le lettere di Kerouac a Sampas qui presenti). Tra le lettere, il curatore dell'antologia ci racconta la storia dei Prometheans, il gruppo di giovanissimi intellettuali di Lowell di cui erano parte Kerouac e Sampas durante l'infanzia.
Il momento più interessante è senz'altro Il diario di un egocentrico, breve resoconto (sembra in effetti il prologo di un romanzo incompiuto) del primo anno alla Columbia University, nel quale Jack dà sfoggio dei suoi ideali letterari e utilizza uno stile spontaneo che presagisce a quello futuro.
Anche il racconto di un deludente viaggio a Washington non è male tra gli episodi qui presenti. Spesso nel libro vi sono rimandi ai testi giovanili pubblicati in Diario di uno scrittore affamato; la parte antologica di Il mare è mio fratello – oltre al romanzo stesso – vi si affianca per completare il quadro pre-Beat del nostro grande poeta.
La storia – semplici momenti di vita di due nuovi amici pronti a salpare su un mercantile – è infarcita di dialoghi a sfondo politico e intellettuale: Jack fa scontrare idee comuniste e capitaliste, arte e politica. Proprio come la vita del Kerouac ventenne, prima della generazione Beat, circondato da amici e conoscenti di ogni estrazione e rango: una boa in un oceano caotico di stimoli, dove l'unica terraferma è la sua devozione per la scrittura.
Fonte di ispirazione per il romanzo è anche l'amico d'infanzia Sebastian Sampas, con il quale nei primi anni 40 Jack tiene una fervida corrispondenza. Nel 1940 Jack si è appena allontanato da Lowell, la sua cittadina natia, per frequentare la Columbia University a New York, nella quale riesce a immatricolarsi grazie a meriti atletici. Ma il suo vero interesse sta nella letteratura: Saroyan, Hemingway e Wolfe sono autori che cita costantemente nelle opere giovanili, e che Jack legge notte e giorno anziché studiare. Ecco perché nel 1942 si imbarca nella Marina e tiene il diario del suo primo viaggio. Rimesso piede sulla terraferma alla fine di quell'anno, Jack rielabora il materiale e ne ricava The Sea Is My Brother. Come viene spiegato nell'introduzione, nel diario originale appaiono gli studi sui personaggi, basati sui suoi reali compagni d'avventura. Pur romanzato, Il mare è mio fratello – come tutte le altre opere di Kerouac – è di fatto l'istantanea di un momento realmente vissuto.
Quando ritorna a New York, Jack inizia a frequentare il Greenwich Village dove conosce e contribuisce a dare forma alla scena (poi definita) Beat. Non va dimenticato che Il mare è mio fratello si colloca uno-due anni prima di E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche e Orfeo emerso, opere sì giovanili ma già intrise dell'atmosfera del Village. Il valore tangibile di Il mare è mio fratello, in effetti, è la voglia di trasformare i discorsi e le lettere degli amici in materia letteraria, è la passione per il verbo scritto: attorno a esso tutto il resto (il lavoro, lo stile di vita, la società in toto) può ruotare vorticosamente perché si trasformerà comunque, prima o poi, nella poesia del mondo. Jack ne ha la consapevolezza, è un'antenna pronta a captarla. Tolto questo sentimento di autenticità, per altri versi il romanzo è ingenuo e inconcludente (anche perché il dattiloscritto non è mai stato completato).
Curiosamente Il mare è mio fratello occupa meno di metà del volume edito da Mondadori: le parti 2 e 3 sono una raccolta di testi inediti del periodo. Vi troviamo alcuni racconti, un atto teatrale, un diario e molte lettere. In realtà, la terza parte si costituisce quasi totalmente della corrispondenza che Sebastian Sampas inviava a Kerouac (poche invece le lettere di Kerouac a Sampas qui presenti). Tra le lettere, il curatore dell'antologia ci racconta la storia dei Prometheans, il gruppo di giovanissimi intellettuali di Lowell di cui erano parte Kerouac e Sampas durante l'infanzia.
Il momento più interessante è senz'altro Il diario di un egocentrico, breve resoconto (sembra in effetti il prologo di un romanzo incompiuto) del primo anno alla Columbia University, nel quale Jack dà sfoggio dei suoi ideali letterari e utilizza uno stile spontaneo che presagisce a quello futuro.
Anche il racconto di un deludente viaggio a Washington non è male tra gli episodi qui presenti. Spesso nel libro vi sono rimandi ai testi giovanili pubblicati in Diario di uno scrittore affamato; la parte antologica di Il mare è mio fratello – oltre al romanzo stesso – vi si affianca per completare il quadro pre-Beat del nostro grande poeta.
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