KEROUAC: BELLA BIONDA E ALTRE STORIE
Bella bionda e altre storie è una delle più interessanti raccolte postume di Kerouac, uscita per la prima volta nel 1993. I testi qui presenti vengono composti in momenti disparati e risultano quindi diversissimi tra loro. Vengono suddivisi per temi (Sulla strada, Sulla scrittura, Osservazioni, Sullo sport, Le ultime parole) che si possono leggere in qualsiasi ordine. Il Kerouac che conosciamo per le storie personali di viaggio e amicizia lo ritroviamo soprattutto nella prima sezione, forse la migliore e la più commovente, che contiene episodi di metà anni 50. I testi sulla musica e lo sport ricordano invece il materiale amatoriale come quello raccolto in Diario di uno scrittore affamato.
Il testo più particolare è cityCityCITY, con il quale sembra che Kerouac voglia omaggiare William Burroughs, fornendo la sua personale visione della distopia pseudo-fantascientifica nella quale il grande visionario beat è solito sguazzare. In questo racconto descrive una megalopoli ipertecnologica dove le personalità sono ridotte a zero: un cugino allucinato dei Mondi Nuovi di Huxley e Orwell. Ecco come Jack, nella sua corrispondenza, racconta di questo singolare tentativo che nasce dapprima come idea per un romanzo.
A Carolyn Cassady, agosto 1954: indovina cosa sto scrivendo. Una fantastica storia di fantascienza riguardo una super città del futuro così immensa da essere inconcepibile – vedrai. Davvero divertente. L'ho già finito. Completato in un mese.
Ad Allen Ginsberg, luglio 1955: cityCityCITY è la mia previsione immaginaria di una città e un futuro fantascientifici, ne ho spedita una copia a Bill [Burroughs], è davvero bestiale, te ne parlerò appena ci incontriamo, è fichissimo, strafatto di cannabis, sinistro, ecc, per niente burroughsiano – quel genere di cose che posso fare all'infinito quando fumo erba […].
Nel 1955 Jack manda una copia del manoscritto all'editor della Viking, pregandolo di farne qualcosa, ma non ha successo. Il racconto viene pubblicato nel 1959 con un altro titolo sulla rivista Nugget, in seguito viene incluso in un'antologia nel 1963. L'edizione che oggi troviamo in Bella bionda e altre storie ha un paio di pagine in più rispetto alla prima pubblicazione, essendo tratta dal manoscritto originale.
Il testo più particolare è cityCityCITY, con il quale sembra che Kerouac voglia omaggiare William Burroughs, fornendo la sua personale visione della distopia pseudo-fantascientifica nella quale il grande visionario beat è solito sguazzare. In questo racconto descrive una megalopoli ipertecnologica dove le personalità sono ridotte a zero: un cugino allucinato dei Mondi Nuovi di Huxley e Orwell. Ecco come Jack, nella sua corrispondenza, racconta di questo singolare tentativo che nasce dapprima come idea per un romanzo.
A Carolyn Cassady, agosto 1954: indovina cosa sto scrivendo. Una fantastica storia di fantascienza riguardo una super città del futuro così immensa da essere inconcepibile – vedrai. Davvero divertente. L'ho già finito. Completato in un mese.
Ad Allen Ginsberg, luglio 1955: cityCityCITY è la mia previsione immaginaria di una città e un futuro fantascientifici, ne ho spedita una copia a Bill [Burroughs], è davvero bestiale, te ne parlerò appena ci incontriamo, è fichissimo, strafatto di cannabis, sinistro, ecc, per niente burroughsiano – quel genere di cose che posso fare all'infinito quando fumo erba […].
Nel 1955 Jack manda una copia del manoscritto all'editor della Viking, pregandolo di farne qualcosa, ma non ha successo. Il racconto viene pubblicato nel 1959 con un altro titolo sulla rivista Nugget, in seguito viene incluso in un'antologia nel 1963. L'edizione che oggi troviamo in Bella bionda e altre storie ha un paio di pagine in più rispetto alla prima pubblicazione, essendo tratta dal manoscritto originale.
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