JOE HILL: NOS4A2 (2014)
Per
chi non lo sapesse, Joe Hill (nato Joe Hillstrom King) è figlio di Stephen King e ha iniziato la
sua carriera di scrittore senza l'ingombrante cognome del padre. I
suoi primi racconti e romanzi sono di genere prettamente horror e
sono stati pubblicati senza che si conoscesse la vera identità del
loro autore. Non che questo cambi le cose, ma è un gradito segno di onestà
intellettuale. Con NOS4A2 Joe Hill ha raggiunto una maggior popolarità (anche dalle nostre parti) forse perché ha scritto il suo primo romanzo veramente sconvolgente, in senso positivo s'intende, la sua opera ad oggi più importante con la quale (tra l'altro) dà un piccolo contributo per mantenere vivo e pulsante il macro-universo creato dal padre in
oltre 40 anni di romanzi.
Mi
spiego meglio: chi legge King sa che molti dei suoi romanzi possono
essere visti come parte di un quadro più grande, un multiverso che ha il suo perno nel ciclo La Torre Nera. Questo romanzo di Joe
Hill narra di un rapitore di bambini, Charlie Manx, che in realtà possiede un segreto
molto più diabolico e devastante di quanto sembri all'inizio. È un “vampiro psichico”
in grado di viaggiare sulle “altre strade” e raggiungere dei
luoghi appena al di là della nostra realtà. Hill cita apertamente
il Medio-Mondo (luogo centrale nelle vicende della Torre Nera),
il Vero Nodo (un gruppo di succhiaemozioni di cui parla King nel
recente Doctor Sleep) e
certi poteri mentali che i Fedeli Lettori conoscono molto bene.
La
bellezza del romanzo, almeno a mio parere, sta tutta nella protagonista,
Vic, che conosciamo quand'è una bambina dall'infanzia difficile e la
accompagniamo fino all'età adulta. Anche Vic ha il potere di
raggiungere luoghi al di là del nostro mondo e di ritrovare oggetti
perduti. Il tono da fiaba nera e il senso di inevitabilità pervade i
capitoli, ognuno dei quali rispecchia il posto dove si svolge la
scena. Hill lavora molto con il concetto di luogo e usa l'inscape
(inner landscape, paesaggio
interiore) per dare un
senso alla battaglia tra il mondo reale e quello dell'immaginazione.
Tratteggia dunque un mondo mitico, nella miglior tradizione del padre.
Non fraintendiamo: l'opera non nasce per appartenere al mosaico kinghiano, che è solo la ciliegina sulla torta per far sentire a casa il Fedele Lettore. Di per sé il romanzo va preso da solo ed è un grandioso thriller di ambientazione fantastica. Hill è dotato di una sua identità narrativa, non emula il padre ma raccoglie semplicemente la sua importante lezione, costruendo NOS4A2 su un'ottima rivisitazione personale di idee abbastanza tipiche del genere: il potere sovrannaturale e lo scontro tra mondi "diversi", qui giocato tutto sulle proiezioni mentali dei protagonisti. Il che, a ben guardare, separa nettamente la matrice fantastica pura dell'idea dalle possibilità fantascientifiche della stessa idea (l'accesso a mondi alternativi). Si può senz'altro dire che l'idea centrale su cui si basa NOS4A2 e quella su cui ruotano Il Talismano e l'intera saga della Torre Nera di papà Steve sia la stessa; come fanno allora i risultati a essere così diversi? E siamo sempre in "casa King", che per definizione privilegia il fantastico inspiegabile alla fantascienza. Se si allargasse il paragone ad autori sci-fi quali Philip K. Dick e Clifford D. Simak sembrerebbe persino di uscirebbe dall'argomento (e invece l'idea di fondo sfruttata anche da loro è la stessa). In sostanza, più degli ingredienti conta come si mettono insieme, come si cuoce e si serve il tutto.
Oltre a questo, Joe Hill ha un'ottimo ritmo narrativo, serrato e spietato, che non manca di quella spolverata di magia rivelatrice del suo talento. Ad oggi NOS4A2 è la sua miglior prova: se continua su questo livello, costantemente in crescita, ci possiamo aspettare grandi cose per il futuro.
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