BREVE STORIA DEL COUNTRY (pt.2)
Woody Guthrie 1912-1967 |
3. Il folksinger e l'Honky Tonk: anni 30 e 40
I decenni 30 e 40 sono considerati come
la Seconda Generazione Country. Intorno agli anni 40 si assiste, da
una parte, alla codificazione del country classico e, dall'altra,
alla nascita della figura del folksinger con valori di nomadismo e
ribellione.
Negli anni 40 nasce un nuovo stile
prominente, che codifica definitivamente il country per come lo
intendiamo oggi: è l'honky tonk, derivato dal western ma basato
sulla voce e il canto piuttosto che sulla strumentalità. È lo stile
che ha affermato la presenza della chitarra elettrica e della steel
guitar. Tra i 40 e i 50 lo portano al successo Al Dexter, Ernest
Tubb e soprattutto Hank Williams. Quest'ultimo è già un innovatore,
per la sua musica e per il suo stile di vita, e diventa il padre
ispiratore tanto del pop e del country successivo, quanto del rock
'n' roll e della controcultura giovanile in procinto di esplodere.
Nell'America dei 30 e dei 40 il
nomadismo e lo spirito della frontiera sono ancora forti; durante la
crisi molti lavoratori migrano all'Ovest. È in questo scenario che,
parallelamente, nasce la figura del folksinger nomade, che viaggia
con uno strumento cantando e suonando; ha un ruolo fondamentale nel
plasmare un'identità nazionale non ancora definita, e si allaccia
direttamente all'immaginario del West. In pratica, il folksinger
bianco è il parallelo del bluesman di colore, e lo scambio tra i
generi è costante. I folksinger bianchi diventano i cantori della
nuova America.
In questo contesto si inserisce Woody
Guthrie, definito il più grande poeta rivoluzionario americano, e
con lui Pete Seeger. Le loro canzoni raccontano la realtà contadina
e operaia durante le lotte sociali degli States: sono la prima forma
di canzone riferita al sociale. L'eredità di Guthrie è fondamentale
per tutta la folk-song e il rock successivo: il folksinger degli anni
40 è il progenitore del cantautore e della canzone di protesta degli
anni 60.
4. Nashville sound e Outlaw Country
Negli
anni 50 e 60 (la Terza Generazione) Nashville è il centro di una
scena di country tradizionale; una scena tuttavia “chiusa” il cui
sound tradizionale è una formula cristallizzata e conservatrice.
Infatti, negli anni 50 l'avvento del rock 'n' roll causa una
perdita di popolarità del country. Anziché trasformarsi in un
ulteriore stimolo all'evoluzione del genere, nel country avviene un
processo involutivo che porta a definire un solo sound (quello di
Nashville, poi conosciuto anche come Countrypolitan). È quello che
caratterizza star come Patsy Cline, Jim Reeves, Tammy Wynette, Lynn
Anderson, o successivamente Ray Price, Roger Miller, Charlie Rich,
Glen Campbell, Kenny Rogers, Dolly Parton, proseguendo fino ai nostri
giorni.
Da questo scenario
emergono una manciata di musicisti,
a cavallo tra i 50 e i 60, che danno un primo moto creativo al
country, staccandosi dalla matrice nashvilliana e rispolverando le
autentiche radici della musica bianca
americana d'inizio secolo (il loro è definito Bakersfield sound). A
essi va anche il merito di aver ridato vita al bluegrass (“Duelling
Banjos” è un pezzo di questo periodo). Parliamo di Buck Owens,
Merle Haggard (spesso accostato agli Outlaws), Doc Watson e i
Dillards.
Negli anni 60 alcuni
artisti, che saranno definiti gli Outlaws, rinnovano il genere in
modo creativo e prorompente, tingendolo di blues, di folk e del
nascente rock. L’Outlaw Country, in pratica, è l'espressione nel
genere country della controcultura giovanile di fine 60 e del
decennio successivo (costituendo la Quarta Generazione Country).
“Fuorilegge” perché si opponeva ai canoni estetici e mainstream
di Nashville, culla del country patinato dei decenni precedenti, sia
in termini musicali che, soprattutto, negli argomenti affrontati
nelle lyrics. I nomi
più noti sono quelli di Willie Nelson (che è la vera e propria
icona degli Outlaws; suo è l'album-manifesto Phases and Stages
del 1974), Waylon Jennings, Kris Kristofferson e Hank Williams
Jr. Sopra di essi c'è Johnny Cash, che aveva già militato nel rock
'n' roll negli anni 50. Tra le voci femminili, Jessi Colter e Emmylou
Harris; e ancora, Joe Ely, Hoyt Axton, Gram Parsons e Chris Hillman
(prima nei Byrds, poi nei Flying Burrito Brothers).
La scena successiva, più
o meno a partire dagli anni 80, vede lo svilupparsi di molte altre
tendenze che hanno a che fare con l'esplosione della musica pop; da
una parte un “disco-country”, dall'altra un nuovo country
tradizionalista, anche il country entra nel circolo della musica
contemporanea – e qui mi fermo.
E. Assante, G. Castaldo - Blues, jazz, rock, pop: il novecento americano - Einaudi
en.wikipedia.org
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