KEROUAC: TRISTESSA
Tristessa narra delle settimane trascorse a Città del Messico prima nell’agosto 1955 e poi nel settembre 1956. Jack vive con William Garver, amico di William Burroughs, il quale se n'è andato poco prima lasciando l’appartamento a Garver. Nel libro di Kerouac, Garver è chiamato Old Bull e fa pensare a William Burroughs, ma non si tratta di lui, anche se sicuramente l’intenzione era quella di incrociare e fondere insieme questi due incredibili personaggi: dietro ai discorsi di Old Bull Garver, nel libro, è facilissimo intravedere l'ombra di Burroughs.
Garver e Jack si riforniscono di droga da Esperanza Villanueva, una prostituta conosciuta da Jack anni prima quando a Città del Messico viveva Burroughs (Jack narra di una memorabile visita a casa di Bull anche in Sulla strada). Appena arrivato Jack lavora sulle poesie di Mexico City Blues e, una volta terminato, in una sola notte a lume di candela scrive la prima parte di Tristessa.
Incentrato su Esperanza, il cui alter-ego è appunto Tristessa, il libro ha un tono non casuale di triste ironia. La prima parte non si discosta dallo stile compositivo del periodo: un flusso libero di vicende e annotazioni intime e sentimentali. Storie di droga e di persone, un andirivieni frenetico che rispecchia esattamente la situazione a casa di Jack e Garver. Jack snocciola fluidamente dei brevi capitoli, ma l’impressione generale, tolto qualche momento, è che non arrivi a niente di significativo.
L’anno dopo, di ritorno dalla solitaria esperienza sulle montagne raccontata in Angeli della desolazione (che inizia a scrivere subito dopo aver concluso Tristessa), Jack si accorge che lì a Città del Messico tutto è cambiato. Garver ed Esperanza sono in condizioni patetiche e preoccupanti. Completa quindi il romanzo con una seconda parte nettamente distaccata dalla prima. La scrittura è più intima e ricca e fa breccia laddove, nella prima parte, tutto era lasciato in sospeso nella frenesia dell’azione: il dilemma di Jack, platonicamente innamorato di Esperanza, il suo struggersi di desiderio fisico (che l’anno prima ha deciso di non appagare, fermamente preso dal buddhismo: è la fase più “zen” del suo credo) e il suo dolore per il fatale destino della ragazza. Questa seconda parte, più breve, è quella che spicca maggiormente e in cui si riconosce il Kerouac dei testi migliori. In generale però, Tristessa si colloca nella bibliografia del suo autore come un libro di secondo piano (specialmente se confrontato con il resto della produzione dello stesso periodo: Mexico City Blues e Angeli della desolazione).
Va precisato che l’edizione italiana Sugarco (l’unica in commercio) è stata tradotta moltissimi anni fa. Alla luce della resa delle nuove traduzioni di altri romanzi (per varie edizioni Mondadori), è probabile che una parte dell'efficacia originale si perda in questa traduzione datata, poiché si avverte un'eccessiva standardizzazione e italianizzazione dell'espressione. Basta confrontare l’incipit di Sulla strada nella sua vecchia traduzione con quello della nuova per capire quanto Kerouac possa uscire penalizzato da una traduzione.
Garver e Jack si riforniscono di droga da Esperanza Villanueva, una prostituta conosciuta da Jack anni prima quando a Città del Messico viveva Burroughs (Jack narra di una memorabile visita a casa di Bull anche in Sulla strada). Appena arrivato Jack lavora sulle poesie di Mexico City Blues e, una volta terminato, in una sola notte a lume di candela scrive la prima parte di Tristessa.
Incentrato su Esperanza, il cui alter-ego è appunto Tristessa, il libro ha un tono non casuale di triste ironia. La prima parte non si discosta dallo stile compositivo del periodo: un flusso libero di vicende e annotazioni intime e sentimentali. Storie di droga e di persone, un andirivieni frenetico che rispecchia esattamente la situazione a casa di Jack e Garver. Jack snocciola fluidamente dei brevi capitoli, ma l’impressione generale, tolto qualche momento, è che non arrivi a niente di significativo.
L’anno dopo, di ritorno dalla solitaria esperienza sulle montagne raccontata in Angeli della desolazione (che inizia a scrivere subito dopo aver concluso Tristessa), Jack si accorge che lì a Città del Messico tutto è cambiato. Garver ed Esperanza sono in condizioni patetiche e preoccupanti. Completa quindi il romanzo con una seconda parte nettamente distaccata dalla prima. La scrittura è più intima e ricca e fa breccia laddove, nella prima parte, tutto era lasciato in sospeso nella frenesia dell’azione: il dilemma di Jack, platonicamente innamorato di Esperanza, il suo struggersi di desiderio fisico (che l’anno prima ha deciso di non appagare, fermamente preso dal buddhismo: è la fase più “zen” del suo credo) e il suo dolore per il fatale destino della ragazza. Questa seconda parte, più breve, è quella che spicca maggiormente e in cui si riconosce il Kerouac dei testi migliori. In generale però, Tristessa si colloca nella bibliografia del suo autore come un libro di secondo piano (specialmente se confrontato con il resto della produzione dello stesso periodo: Mexico City Blues e Angeli della desolazione).
Va precisato che l’edizione italiana Sugarco (l’unica in commercio) è stata tradotta moltissimi anni fa. Alla luce della resa delle nuove traduzioni di altri romanzi (per varie edizioni Mondadori), è probabile che una parte dell'efficacia originale si perda in questa traduzione datata, poiché si avverte un'eccessiva standardizzazione e italianizzazione dell'espressione. Basta confrontare l’incipit di Sulla strada nella sua vecchia traduzione con quello della nuova per capire quanto Kerouac possa uscire penalizzato da una traduzione.
Cronologia bibliografica aggiornata
Tutta la retrospettiva su Jack Kerouac: il romanzo di una vita
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